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Province Campania.pngIl nome Campania (noto anche come ager Campanus) o più frequentemente Campania Felix ("la prosperosa Campania") indicava originariamente il territorio della città di Capua nel periodo romano, e poi anche le pianure dei diversi municipi confinanti. Fu un territorio molto vasto se confrontato con le altre città italiche del periodo romano e pre-romano.
Si estendeva dalle pendici del monte Massico (a nord) fino a lambire a sud i Campi Flegrei e l'area vesuviana. Inizialmente includeva anche l'ager Falernus, poi fu fortemente ridimensionato da Roma a causa dell'alleanza della città di Capua con Annibale.
I principali centri abitati di questa regione storica furono (da nord a sud) Capua, Cumae, Neapolis, Caprae, Pompei, Sorrentum, Stabiae, Nuceria Alfaterna e Salernum.
Grazie alla fertilità del terreno dovuto anche alla presenza del fiume Volturno si meritò il nome di Campania Felix.
La Campania antica e Pompei

Il toponimo Campania, risalente al V secolo a.C., è di origine classica. L'ipotesi più accreditata è che esso derivi dal nome degli antichi abitatori di Capua. Da Capuani, infatti, si avrebbe Campani e, quindi, Campania[1]. Inoltre sia Livio, sia Polibio, dicono di un Ager Campanus con un chiaro riferimento a Capua e al territorio ad essa circostante[1]. In seguito alla divisione augustea delle province della penisola, il concetto di Campania si estese oltre i suoi originari confini andando a ricomprendere un territorio ben più vasto dell'area circostante Capua. Il termine Campania andò ad indicare una generica area di pianura, probabilmente in assonanza con campus e, in particolare, il termine iniziò a riferirsi anche alla parte pianeggiante del Lazio (Campania di Roma, in seguito, Campagna Romana o di Roma). È in questo quadro che al nome Campania si affianca l'aggettivo felix. La sua introduzione si deve a Plinio il Vecchio, il quale avverte la necessità di distinguere la Campania Antiqua dal nuovo concetto più esteso di Campania, che includeva la cosiddetta Campania Nova (la Campania di Roma). L'attributo felix nasce, quindi, non tanto per indicare la feracità del territorio, quanto per identificare in maniera univoca una specifica fetta di territorio: la Campania di Capua[1].

La Campania antica, chiusa tra gli appennini ed il mare, aveva come confini, a Sud, il fiume Sele e, a nord, il Garigliano (secondo Plinio il Vecchio, invece, la città di Sinuessa). Il territorio della Campania, assieme al Latium, venne a far parte, nella suddisione augustea, della Regio I: Latium et Campania.

 Terra di Lavoro.
Nel medioevo, il toponimo Terra Laboris, registrato per la prima volta nel 1092 (anche se ci sono dubbi sull'originalità del documento), venne a sostituire il nome Campania[2]. Il nuovo toponimo sostituirà ufficialmente l'antico nella suddivisione territoriale normanna. Dal VII secolo infatti, a causa del prevalere del Ducato di Napoli, venne meno nel linguaggio il collegamento tra il toponimo latino Campania e ciò che esso indicava originariamente: in maniera emblematica le carte geografiche, dal 1500 al 1700 circa, riportano l'indicazione Terra Laboris olim Campania felix[3].
L'unità della Campania si estese in epoca medievale costituendo prima una contea e poi un principato (Signoria di Capua) e durò fino al Regno delle Due Sicilie costituendone il giustizierato (poi provincia) di Terra di Lavoro che ebbe come capoluogo Capua fino diciannovesimo secolo e poi Caserta.

La Campania nella Tavola Peutingeriana
La Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie, a differenza della Campania di epoca antica e della regione amministrativa attuale della Repubblica Italiana, era costituita dalla quasi totalità della provincia di Caserta, la parte sud delle province di Latina e Frosinone e parte delle province di Napoli e Isernia.